E rispondendogli costui umanamente, e suadendogli che non gli desse impaccio, pur perseverava e importunava ch'ei rinegasse. Costui gli mostrò certi danari, con intenzione di darglieli accioché lo lasciasse stare, ed esso gli disse: «Non voglio danari, ma voglio che tu rinieghi». Rispondendogli Chozamirech che non voleva rinegare, ma voleva stare nella sua fede di Giesú Cristo, cosí come era stato fino a quel tempo, quel ribaldo si voltò, e tolse la spada di vagina ad uno ch'ivi era, e detteli su la testa in modo che l'ammazzò, e fuggí via. Un figliuolo di costui di circa anni trenta, il qual era in bottega, cominciò a piangere, e uscito di bottega andò verso la porta del signore e feceglielo sapere. Il signore, mostrando d'aver molto per male questa cosa, ordinò che fusse preso e mandollo a cercare: il quale fu trovato due giornate lontano da Tauris, in una città nominata Meren, e fu portato avanti il signore, il quale subito si fece dare un coltello e con la sua propria mano l'ammazzò, e commise che fusse gittato in piazza e lasciato, accioché i cani lo mangiassero, dicendo: «Come? La fede di Macometto cresce in questo modo?»
Approssimandosi la sera, molti del popolo, che erano piú zelanti della lor fede, andarono da uno Darviscassun, il quale era in guardia della sepoltura d'Assambei, padre del moderno signore, ed era come saria dir da noi prior dello spedale, uomo da conto e apprezzato, il quale era stato tesoriero del signor passato; e a costui dimandarono licenzia di poter levar quel corpo, che i cani la notte non lo mangiassero; egli, non pensando piú oltra, dette loro licenzia, e il popolo lo tolse e lo sepellí. Inteso ch'ebbe questo il signore, che presto fu, imperoché la piazza è vicina al palazzo, comandò che Darviscassun fusse preso e menato da lui, al quale disse: «Ti basta l'animo di commandare contra il mio comandamento?
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