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      Esso fa una foglia come fanno le rape; in mezo fa un gambo grosso piú di un dito, e al tempo della semenza vien alto piú d'un braccio; e questo gambo, facendo la foglia su per il gambo, la fa una quarta lontana l'una dall'altra, e fa poi la semenza come il finocchio, ma piú grossa: ha fortore, ma è di buon sapore. E quando è la sua stagione si scavezza fin al tenero, e fin al tenero si va scorzando come il pampano della vite. Ha l'odor di narancia, alquanto mostoso, e la natura sua par che non richieda altro sapore, né al mangiarlo ha di bisogno di sale. E tengo che al tempo del seminare ella si possa seminare come gli altri semi, e massimamente in luogo temperato e di buon terreno. Ogni gambo fa una radice da per sé, e il gambo ha un poco di busetto dentro, e la scorza del gambo è verde e tragge al giallo. E penso che chi non lo sapesse conoscere per altri segni, con facilità lo potria conoscere avvertendo alla semenza. Oltra di ciò, li Tartari e tutti quelli che la conoscono pigliano le foglie sue e le fanno insieme con acqua bollire in una caldiera, e bollita la mettono nei lor vasi e, lasciatola raffreddare, ne beono come se fusse vino, e dicono ch'ella è molto rifrescativa: e cosí essere lo so io per prova.
      E a Vostra Signoria reverendissima mi raccomando.
      In Venezia, alli 23 di maggio 1491.
      Servitor di Vostra Signoria reverendissima Iosafa Barbaro.
     
     
     
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      Il viaggio del magnifico messer Ambrosio Contarini, ambasciadore della illustrissima Signoria di Venezia al gran signore Ussuncassan, re di Persia, nell'anno MCCCCLXXIII.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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