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      E benché per esser rimasi soli e in gran pericoli di continovo, dubitando che quei Tartari non ne mandassero dietro, ebbi piacere d'essermi separato da quelli maladetti cani, che puzzavano di carne di cavallo in modo che non si poteva star appresso loro. Camminando con la detta guida, la sera alloggiammo in campagna in mezo d'alcuni carri de' Tartari con le lor coperte di feltre: e subito ne furono molti attorno, cercando di voler intendere chi noi eravamo; ed essendo detto loro per la nostra guida ch'io era genovese, mi presentarono latte agro.
      Adí 26 la mattina avanti giorno partimmo di lí, e circa ora di vespero entrammo nel borgo di Capha, ringraziando il nostro Signore Dio che ne aveva campati da tanti affanni. Ed essendoci ridotti secretamente appresso una chiesa, mandai il mio turcimanno per ritrovare il nostro consolo, il quale subito mandò suo fratello e mi disse ch'io indugiassi fino sul tardi, per entrar secretamente in una sua casa nel detto borgo: e cosí feci. All'ora debita entrammo in casa del detto consolo, dove fummo onorevolmente accettati, e trovai lí ser Polo Ogniben, il qual era stato mandato per la nostra illustrissima Signoria, e si era partito già tre mesi avanti di me.
     
     
      Il clarissimo ambasciador si parte di Capha, e navigando il mar Maggiore arriva al Fasso, e passando il paese di Mengrelia e di Giorgiania e parte dell'Armenia perviene al paese d'Ussuncassan.
      Cap. 2.
     
      Io non posso ben dire particolarmente le condizioni della detta terra di Capha, perciò che stetti quasi di continuo in casa per non esser visto: ma dirò bene quel poco che ne potei vedere e intendere.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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