Passammo poi un ponte, per il quale si passa un fiume assai grande, e alloggiammo sopra un prato dove erano le case del re Pangrati di Giorgiania, percioché il detto castello è suo. E quel governatore ne lasciò alloggiare nelle dette case, dove stemmo per tutto dí 11, con gran fastidii di quelli Giorgiani, che sono matti come li Mengrelli. Volse quel governatore che io desinassi con lui, e ridotti in una sua casa si mise a sedere in terra, e io appresso di lui con alcuni delli suoi e anco dei miei. Ne fu disteso avanti un cuoio a modo di mantile: credo certo che 'l grasso che vi era suso averebbe condito un gran calderone di verze. Mi mise davanti pan da bisogno, ravanelli e un poco di carne acconcia a lor modo, e alcuni altri imbratti che certamente io non saperia ridirli. La tazza andava attorno, e facevano tutto il possibile ch'io m'imbriagassi, percioché cosí fecero essi: e perch'io non lo feci, mi disprezzavano molto; e con gran fatica mi parti' da loro. Il governatore mi dette una guida che mi menasse dove era il suo re.
Adí 12 mi parti' camminando per montagne e per boschi, e al tardi per la detta guida fui fatto dismontare sopra un poco di prato appresso il castello, che era sopra un monte chiamato Scander, dove era il re Pangrati. E per la detta guida mi fu detto che voleva andare a farlo sapere al suo re, e che tornaria subito e mi meneria una guida che m'accompagneria per tutto il suo paese. Si partí e lassonne in mezo dei boschi, non senza nostra paura, aspettando tutta la notte con gran fame e sete.
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