Il clarissimo ambasciador arriva a Tauris, città regia della Persia, e non avendo trovato Ussuncassan si appresenta al figliuolo; e partitosi, e avendo camminato molte giornate per la Persia, se ne va a trovarlo nella città di Spaan, dove in quel tempo si ritrovava.
Cap. 3.
Adí 22 cominciammo a salir una montagna molto grande, e la sera ci trovammo quasi in cima, dove ci fu forza riposare; e fu senza acqua. La mattina a buon'ora cavalcammo, e quando avemmo discesa la detta montagna fussimo nel paese di Ussuncassan, cioè nel principio dell'Armenia; e la sera arivammo ad un castello del detto signor Ussuncassan chiamato Loreo, il qual è posto in un luogo che mostra pianura: ma gli passa disotto una fiumara molto profonda, non di acqua ma di cava, e dall'altra banda vi è una montagna, e all'incontro della fiumara è uno casal d'Armeni, nel quale alloggiammo; e nel castello vi sono Turchi del detto signore; dove stessimo per fino adí 25, sí per riposare come per trovar guida. E certo fussimo ben visti nel detto luogo. L'Armeno che menai con me da Cafa, che diceva esser uomo del signor Ussuncassan, fu discoperto per un gran ribaldo, e per li detti Armeni mi fu detto ch'io avevo avuto gran ventura ad uscir delle sue mani: per la qual cosa li tolsi un cavallo che gli avevo dato e lo licenziai, e tolsi per mia guida un prete armeno per fino in Tauris, il qual trovai fidatissimo.
Adí 26 noi cinque, col prete insieme, partimmo dal detto luogo di Loreo e passammo una montagna; la sera ci trovammo in una campagna in mezo di montagne, e arrivammo ad un casale di Turchi, e lí dormimmo pur alla campagna, e fossimo assai ben veduti.
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