Levossi di quivi e fece circa miglia 15 delle nostre, dove stemmo fin adí 27, che ne licenziň: e nei detti giorni pur qualche volta fussimo chiamati, ma non per cosa di momento, e qualche volta presentati dei loro cibi.
Adí 26 fussimo chiamati da sua signoria, e avanti che entrassimo ci fece mostrare alcuni lavori di seta assai leggieri, mostrando che nuovamente li faceva fare. Poi ci fece mostrar tre presenti, de' quali mandava uno al duca di Borgogna per il patriarca, l'altro alla nostra Signoria, il terzo per un Marco rosso, che era venuto per ambasciador del duca di Moscovia, signor della Rossia bianca: che erano alcuni lavori di Gesdi, due spade e tulumbanti, tutte cose assai leggieri. Fussemo poi chiamati da sua signoria, dove erano due suoi Turchi che mandava per ambasciadori, uno al duca di Borgogna, l'altro al duca di Moscovia. E avendo noi fatte le debite salutazioni, disse al patriarca e a me: «Voi anderete dalli vostri signori e dalli signori cristiani, e direte loro come io ero in punto per andar contra l'Ottoman, ma, avendo poi inteso che egli č in Constantinopoli e che non č per uscir quest'anno fuori, perň non mi par cosa conveniente che io vada in persona contra le sue genti, ma mando parte delle mie contra quel disubidiente di mio figliuolo e parte alli danni dell'Ottoman.
E io son venuto in questo luogo per esser in punto a tempo nuovo contra il detto Ottoman: e cosí averete a dire alli vostri signori e alli signori cristiani». E cosí comandň che dovesse dire il suo ambasciadore.
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