Il prete non volse piú che 'l detto Mafeo stesse in casa sua e, per non aver altro luogo, ci fu forza metterlo in un cantone dove ero anch'io, servendolo prete Stefano: e piacque al nostro Signor Dio chiamarlo a sé. Ebbi pur il modo, con preghiere assai, d'aver un altro luogo da vacche simile a quello, ove mi ridussi al modo sopradetto. Eravamo abbandonati da tutti, salvo che da un vecchio che sapeva un poco franco, che di continuo ci serví: ma come noi stessimo si può facilmente giudicare.
Stemmo nel detto luogo di Tiflis fino a' 21 ottobre, e il giorno avanti per mia ventura capitò ivi quell'ambasciador turco che andava con frate Ludovico patriarca d'Antiochia, il qual mi disse ch'essendo andati fin nell'Avogasia, furon rubati e spogliati del tutto; e diceva che 'l detto patriarca n'era stato cagione che gli fusse stato rubato, e che lo lasciò andare, ed egli se ne ritornava nel suo paese, dicendo che di questo faria lamenti assai al suo signor Ussuncassan. Io il meglio che poteva lo confortava, e ci accompagnammo insieme, e partimmo di lí, come è detto, adí 21 d'ottobre. Il detto Tiflis è del re Pangrati di Giorgiania. E cavalcando per due giorni entrammo nel paese d'Ussuncassan, perché era nostra via per andar in Samachi, e trovammo belli paesi.
Adí XXVI d'ottobre 1475 fummo in un luogo dove ne convenne separar l'uno dall'altro, perch'io volevo entrar nel paese di Sivansa per andar in Samachi sua terra, e l'ambasciador andar nel suo paese. Per mezo suo ebbi per guida un Turco dei lor preti per fino in Samachi.
| |
Mafeo Stefano Signor Dio Tiflis Ludovico Antiochia Avogasia Ussuncassan Tiflis Pangrati Giorgiania Ussuncassan Samachi Sivansa Samachi Turco Samachi
|