Io avea scritto e fatto sapere a mio fratello e alli miei che saria adí 10, che fu di giovedí, circa ora di vespero a Vinezia, ma la volontà grande non mi lasciò seguire tal ordine, perché avanti giorno montai in barca e fui alle Zaffusine circa due ore di giorno, e venni di lungo per andare a adimpir un altro voto, avanti ch'io andassi a casa, che fu a S. Maria di Grazia. Ma andandovi trovai nel canal della Zudecca mio fratello messer Agustin e due miei cognati, e abbracciati strettamente, parendo loro cosa miracolosa, perché tenevano per certo ch'io fussi morto, ce n'andammo a S. Maria di Grazia.
E perché il detto giorno di giovedí era il consiglio di Pregadi, mi parve anche mio debito, avanti ch'io andassi a casa, andar alla presenzia dell'illustrissima Signoria nostra a farle la riverenza debita, e anche referir quanto aveva eseguito per le commissioni mie: e cosí come mi ritrovavo me n'andai nel consiglio di Pregadi, e fatte le debite salutazioni mi fu commandato ch'io dovessi montare in renga ed esponer quanto io aveva a dire, e cosí feci. E perché la serenità del prencipe nostro era alquanto aggravata e non era nel consiglio, spedito che fui e tolto licenzia dalla Signoria, me n'andai da sua serenità: e fatte le debite riverenze mi vidde con allegro animo, e con brevità le dissi in parte quanto aveva eseguito, e da sua sublimità mi parti' e me n'andai a casa, dove gionto ch'io fui ringraziai grandemente nostro Signore Iddio che mi avesse donata questa grazia e campato da tanti pericoli e ridotto a rivedere li miei, perché molte volte credetti certo non gli riveder mai.
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