Gli ambasciadori essendosene ritornati adietro, con non poco scandalo de' vicini popoli cristiani, persuasero al lor principe che insieme co' suoi dovesse perseverare nello scisma, mostrando la lor fede esser migliore di questa nostra romana. Tra questo mezo tempo io non so se sia avenuto alcuna cosa simile, avenga che li nostri aversarii gridino esser accaduto il medesimo non molti anni sono.
Or con quanto poca fatica anco a questo tempo possano esser richiamati al gregge di Cristo (il che s'appartiene assai piú alla Santità Vostra), e quanto anco a questo tempo facilmente possono esser ridotti, da questo si vede esser chiaramente manifesto: che il presente principe di Moscovia Basilio non pur non aborrisce quest'unione, ma si è veduto che spontaneamente esso l'ha con ogni diligenza ricercata, percioché, quando per il mondo si sparse la fama del concilio laterano, fatto publicar per tutto della felice memoria di papa Iulio II, costui, col mezo di Giovanni re di Dacia, col quale aveva strettissima amicizia, domandava che s'ottenesse da papa Iulio che mediante gli ambasciadori ch'esso averia mandati gli fusse lecito esser come presente al detto concilio. La qual cosa Enea arcivescovo nidrosiense, uomo di somma bontà, allora cancelliere di quel re, e che 'l verno passato morí nel palazzo apostolico, confermò a Adriano VI, predecessore di Vostra Santità, e anche a me e a molti altri che ora si ritrovano in Roma. Ma la morte di Iulio che seguitò poco dopo, e anco la morte di Giovanni re di Dacia, le quali avennero quasi in un medesimo tempo, impedirono che le dette cose non furono mandate ad effetto.
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