Per queste cose mi par che si veda assai apertamente che non sia leggiera speranza poter indurre, e con poca fatica, questo Basilio principe de' Moscoviti, e mediante lui tutti quei popoli, all'union catolica insieme con noi: e mi parrebbe cosa empia a non tentar di farlo, mandandogli ambasciadori atti a simil negozio, ancora che non aspettassimo altro che la salute di tante anime. Ma ora non solamente mi parrebbe cosa empia, ma una pazzia quasi estrema, in questo gran bisogno della cristianità, l'aiuto d'un tanto principe (il quale, se non fussimo pigri e negligenti, in tutti li modi era da esser ricercato da noi), ora di sua volontà offertoci, disprezzarlo, farsene beffe, anzi volgerlo contra noi. Il che faremo senza dubio se niuno ritorna a lui in nome del sommo pontefice, de' principi cristiani e di tutta la cristianità, ringraziandolo e facendogli testimonianza che la sua tanto liberale offerta ci è stata gratissima, accettandola e ricercandola, e oltra di ciò in nome nostro gli offerisca tutte quelle cose che gli siano grate e che da noi si possano offerire.
Né sono da esser ascoltati coloro che si pensano l'aiuto de' Moscoviti esser poco utile e opportuno alla impresa contra 'l Turco, per esser dal Turco essi troppo lontani, ma il danaro solo, del quale egli è abbondantissimo, potere aiutar la parte nostra: percioché il ducato di Smolenco, il quale è del stato di Moscovia, per la via dei Rossi, popoli a quello vicini e quasi amici e che vivono secondo le medesime usanze, soprastà alla Vallacchia, alla Bulgaria, dipoi alla Tracia e per tanto a Costantinopoli istesso, ed è assai commodo quel paese per condur esercito: volendolo menar quanto grande potesse, egli solo daria molto da fare al Turco.
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