Io so che di fuori è combattuta quella torre di David, al governo e guardia della quale Cristo vi ha messo. Io veggio li già gran tempo stanchi e miseri cristiani, alla testa de' quali soprastà il crudel nimico del nome di Cristo, over che già con grave e vituperosa servitú tiene oppressi, guardare in voi, che siete lor pastore, e da voi aspettare e chiedere aiuto. Io conosco quanto acerbamente li principi cristiani siano tra loro discordi, i quali bisogna richiamare alla concordia cristiana, prima che noi possiamo fare cosa alcuna utile di dentro né gloriosa di fuori. Sento poi quanto s'incrudelisca nelle nostre interiora quello spaventoso e piú che infernal veleno, dico la peste e la perfidia luterana, per la cui contagione periscono tante migliaia d'anime eretiche e scismatiche.
E veramente qualsivoglia di queste cose apporta grandissimo travaglio, e non solamente ricercano fatica, industria e provedimento, ma anco gravissime spese. Nondimeno, benché noi per ciò facessimo ogni cosa, appena appare alcuna speranza certa che siamo per far profitto alcuno; ma nella cosa de' Moscoviti, la qual ora cerchiamo di persuadere, se vorremo per se stessa giudicarla, non conosco perché la salute di tante migliaia d'anime non debba muovere grandemente la Santità Vostra, accioché, se elle periscano per vostra negligenza, non possono esser da Iddio ragionevolmente dalle man vostre riaddimandate. Di quanta importanza anco a tutte le sudette cose sia l'unirsi con esso noi un sí gran principe, sí ricco, sí possente, e per la vicinità sí atto ad assalir la Turchia, chi non lo vede?
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