In questo mezo li nostri nimici non dormiranno, e molte cose potrebbon occorrere che mutarian l'animo di quel principe, massime parendogli insieme con la sua tanto liberale offerta essere sprezzato e ischernito da' principi cristiani: la qual cosa come può esser che non gli paia, se dopo l'aver esso mandati due ambasciadori, uno a Carlo imperadore, l'altro a Gismondo re di Polonia, e col suo mezo a tutti li principi cristiani, niun da noi ne sia a lui rimandato? L'imperadore è ancor giovane, e al presente è tanto occupato in abbattere e rovinare il re di Francia che non può attendere a pensare a quelle cose che s'appartengono al ben comune della cristianità. Dal re di Polonia, benché altrimenti egli sia prudente e cristiano principe, nondimeno in questo negozio di Moscoviti non si ha da sperarne cosa alcuna buona, il che poco di sotto faremo piú manifesto. Siché, se la Santità Vostra non farà provedimento, il principe di Moscovia sarà da tutti i nostri principi dispregiato, ma non sarà spregiato da' nostri nimici, percioché non è dubbio alcuno che 'l Turco tenterà ogni cosa per tirar dalla sua parte o in compagnia della guerra contra di noi un sí gran principe, massime comprendendo ch'egli sia di poco buon animo verso di noi, per esser stato da noi tante volte come pagano o come scismatico publicamente oppugnato. Siché né anco dal lato nostro, se saremo savii, non è da indugiare, anzi è da far ogni cosa diligentemente, per conservarci con la nostra diligenza un tanto aiuto, offertoci spontaneamente fuor di speranza e senza nostra fatica; benché, sí come ho detto, a ciò non fa bisogno d'altra diligenza se non che la Santità Vostra comandi e là vadano alcune persone atte e sufficienti.
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