E benché tra loro sia ora la triegua di 5 anni, e ancora che 'l duca di Moscovia diventi cristiano, nondimeno il re di Polonia ragionevolmente sta in paura del stato suo per l'avenire, percioché non si trovano principi cosí cristiani tra i quali, essendo vicini, spesse volte non si faccia guerra per molte occasioni.
Che al re di Polonia dispiaccia che 'l duca di Moscovia diventi o sia da noi tenuto veramente cristiano, chi è che chiaramente da questo non lo comprenda? Che dopo quella ambascieria mandatagli dal detto duca, cosí santa e cosí utile alle cose nostre, della quale di sopra facemmo menzione, egli nelle sue lettere scritte a papa Adriano VI, predecessore di Vostra Santità, non n'ha pur detto una parola: e nondimeno di niuna cosa ragionevolmente né piú grata né piú opportuna alle cose nostre averia potuto dar notizia a un papa religiosissimo, che farlo certo dell'animo veramente cristiano verso di noi di quei scismatici e del desiderio loro tanto inclinato ad aiutare e difendere le cose nostre, i quai scismatici come nimici meritamente acerbissimi dovevamo temere. Chi non vede da questo medesimo consiglio esser proceduto che spesse volte per lo passato a posta ha impedito questa unione? E sempre tutti quelli che da questa sedia apostolica sono stati mandati per questo effetto al duca di Moscovia egli, spaventandogli con vane paure e con la difficultà del mandar la cosa ad esecuzione, gli ha fatti tornar adietro. Al presente niuna cosa tanto gli saria molesta quanto se li romani pontefici intendessero che il duca di Moscovia sia d'animo tanto cristiano, e che con sí poca fatica si possa indurre all'unione ecclesiastica.
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