Nella città di Samarcanda nacque Tamburlano, overamente, come Demetrio insegna che si debba dire, Temircuthlu, il qual prese Baiazete ottomano, terzo avo di questo Solimano, appresso Ancyra, città di Galizia, avendolo vinto in un gran fatto d'arme, e lo menò rinchiuso in una gabbia di ferro per pompa del suo trionfo per tutta l'Asia da lui vinta con un terribile impeto d'un grandissimo esercito.
Di questo paese si conducono nella Moscovia molti drappi di seta, ma li Tartari che sono fra terra non danno cosa alcuna se non mandrie di velocissimi cavalli e panni bianchi finissimi, fatti senza niuna tessitura di fili ma di lane impastate, de' quali si fanno tabarri di feltro bellissimi e atti a sostenere ogn'impeto di pioggia; ed essi pigliano da Moscoviti vestimenti di lana e moneta d'argento, dispregiando ogni ornamento di corpo e apparecchiamento di soprabondante masserizia, percioché, a sopportar gagliardamente la violenza del cattivo tempo, si contentano d'un solo feltro, e confidati solamente nelle freccie si difendono da' nimici; benché, mentre fecero deliberazion di scorrere in Europa, al nostro tempo, i lor principi comprarono da' Persiani celate di ferro e giacchi di maglia e scimitarre.
Da mezogiorno i confini de' Moscoviti sono serrati da' medesimi Tartari i quali sopra la palude Meotide in Asia e intorno ai fiumi Boristene e Tanai nella parte d'Europa tengono la campagna che volge verso la selva Ercinia. Li Roxolani, li Geti e i Bastarni anticamente abitarono quel paese, dal quale crederei che fusse venuto il nome di Rossia, percioché una parte di Lituania la chiamano Rossia inferiore, e la Moscovia è chiamata Rossia bianca.
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