Portano grandissima riverenza alle chiese, di modo che in quelle non è lecito entrare né a uomini né a donne che si siano imbrattati nel peccato carnale, se prima non si lavano ne' bagni che usano privatamente. E avviene spesse volte che molti, sí donne come uomini, udendo la messa stanno fuori della porta della chiesa, onde, notati della fresca lascivia, dai giovani importuni sono alle volte con cenni e motti piacevoli salutati.
Nella natività di s. Giovan Battista e nella pasqua dell'Epifania li preti donano a tutto 'l popolo certi piccioli pani benedetti, e han fede che mangiandone coloro ch'hanno la febre ne rimanghino guariti. Fanno anco alcune altre feste a certo tempo dell'anno appresso a' fiumi ghiacciati: mettono un tabernacolo nella ripa del fiume e, ragunata la nobiltà, cantano alcune laudi e spargendo molt'acqua benedetta benedicono il fiume, e andatogli attorno con solenne processione e consacratolo, tagliato il ghiaccio attorno attorno e levatolo via lo scuoprono incontinente. Finite con ogni cerimonia tutte queste cose, se vi è alcun ammalato o impiagato salta nel fiume e si lava nell'acqua benedetta, pensandosi per questo liberarsi dal male. Li morti, sí come si fa appresso di noi, sono portati alla sepoltura con mediocre pompa funerale, accompagnati da preti, con la testa coperta con un sciugatoio; e non sono sepelliti nelle chiese, come per una corruttela quasi empia e certamente abominevole s'usa appresso noi, ma ne' chiostri o cimiteri fuori delle chiese, e al modo nostro quaranta giorni fanno loro gli officii mortori: della qual cosa in vero è da maravigliarsi, negando essi del tutto che l'anime si purghino nel purgatorio, e che la pena de' peccati si rimetta per i prieghi degli amici né per alcun'opera di pietà. Nelle altre cose della fede credono fermissimamente quell'istesso che credemo noi.
| |
Battista Epifania
|