Ma bene le cose della Moscovia, molto piú secrete e alla cognizione di questa etade non cosí facilmente pervenute, a tutte le altre di gran lunga ho preferito, e a scriverle acconciamente ho cominciato, confidatomi però in due cose principali, cioè nella diligenza e parimente nella perizia della lingua slavonica, le quali in vero non picciolo soccorso e favore alla composizione di questa sorte di scrittura hanno apportato.
E ben che molti della Moscovia abbino lodevolmente ragionato, nondimeno piú per la relazione d'altri che per propria veduta si sono mossi a scrivere: degli antichi fu Nicolò Cusano, e de' moderni Paulo Giovio, il quale per cagione di somma erudizione e per l'incredibile amor suo verso di me lo nomino. Costui certo elegantemente e fidelmente ha scritto, perciò ch'egli per suoi ricchissimi interpreti Giovanne Fabro e Antonio Biedo, quali e le tavole e certi commentarii di ciò hanno lasciato, ha sempre usato. Sono stati poi alcuni altri scrittori li quali, mentre delle regioni piú vicine descrivono, alcune cosette della Moscovia leggiermente hanno toccato: in numero de' quali è Olavo Gothio nella descrizione della Svezia, e similmente Matteo Mechovita, Alberto Campense e Munstero, li quali nondimeno dal cominciamento del scriver mio punto non mi spaventaranno, percioché di quelle cose che io vi scrivo molte ne ho vedute con la testimonianza delli proprii occhi, e alcune per relazione d'uomini degni di fede ho conosciute verissime, e altre ho intese con lunghi ragionamenti avuti con persone pratiche.
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