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      E quando, per mala sorte, circondato dai nimici, il fuggire non ci fosse concesso, starò saldo, stabile e costante, e il capo mio ne la prima squadra per la patria nostra a tutti li grandi pericoli volentieri esponerò». Il che udendo gli altri soldati prontamente dissero: «Dove sarà il tuo capo, ivi eziandio sarà il nostro», e cosí confermati gli animi delli suoi soldati, con impeto grande diede dentro agli nimici, dove finalmente con tanta grandezza d'animo e con tanta vigoria di forze combattette che la vittoria del tutto facilmente ne riportò.
      Dapoi, conciosiaché gli altri principi de la Grecia espugnassero le terre e li luoghi de' Greci con presenti e doni grandi, e vedendo li popoli che Wladislavo, vittorioso capitano (com'è scritto negli annali), disprezava l'oro e l'argento e li presenti, e che solamente i vestimenti e l'armi mandate da' Greci volentieri riceveva, per la tanta virtú di quello mossi, parlarono alli suoi imperatori e dissero loro: «Noi certo desideriamo d'essere sotto d'un re di questa sorte, il qual ama piú presto l'armi che l'oro». Finalmente, essendo il prefato Swatoslao fatto propinquo alla città di Costantinopoli, i Greci li promisero dare un tributo grande, e cosí in questo modo tal valoroso capitano dalli confini della Grecia rimossero. Il qual capitano finalmente, nell'anno 6480 dalla creazione del mondo, da Cures, principe delle Pieczenighe, con fraude e inganno fu morto, e dapoi, tollendo il craneo o vogliamo dire l'osso maggiore della testa di Swatoslao, ne fece una tazza e d'oro finissimo circondolla, e queste lettere vi fece diligentemente scolpire: Quaerendo aliena, amisit propria, cioè cercando le cose altrui ha perse le sue proprie.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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