Dapoi, nell'anno del mondo 6886, il granduca Demetrio vinse in guerra il gran re de' Tartari chiamato Mamai, e similmente tre anni dopo il medesimo talmente vinse che la terra per spazio di piú di tredici miglia di corpi morti era ripiena. Nell'anno secondo dopo questo conflitto, sopragiongendo Tachtamisch, re de' Tartari, il vittorioso Demetrio gagliardamente profligò e tutta la Moscovia occupò, e fu tanta l'occisione delli Ruteni e delli soldati di Demetrio che ottanta corpi morti, a sepelirgli, per un rublo erano rescossi, e la somma di tali rubli fu da tremila.
Il granduca Basilio, regnando nell'anno 6907, la Bulgaria, posta alla volta della Wolhia, occupò, e indi li Tartari scacciò. Questo duca Basilio, figliuolo del duca Demetrio, ebbe un unico figliuolo, detto pur Basilio, il quale poco amava, perché egli aveva in sospetto la donna sua d'adulterio: e però, venendo a morte, lasciò il granducato della Moscovia non al figliuolo, ma a Georgio suo fratello. Il che vedendo li boiaroni, molti di loro si accostarono col figliuolo del re Basilio, come a quello il quale era legittimo figliuolo e vero erede e successore del regno: per il che sdegnato, Georgio subito alla volta delli Tartari se n'andò, e supplicò il re che chiamasse Basilio, e che egli a qual di loro giuridicamente si convenghi il regno giudichi. Il re, persuaso dal favore d'un certo suo consigliero, fautore della parte giorgiana, in presenzia d'esso Basilio diede e pronunciò la sentenzia in favore di Georgio. Il che veduto, Basilio, inanti le genocchia del re gittatosi, lo pregò umilmente che gli sia concesso di poter parlare, la qual cosa essendogli concessa in questa maniera cominciò a parlare: «Quantunque, o re, tu abbi data la sentenza sopra le lettere morte, io spero nondimeno le mie lettere vive, le quali tu mi hai date sigillate con sigillo d'oro per volermi investire del granducato della Moscovia, dover essere di maggiore efficacia e auttorità dell'altre»; e cosí pregò il re che delle sue parole vogli esser al tutto ricordevole, e che si degni d'osservare le promesse già fatte.
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