Era un certo Basilio Trotyack Dolmatow, caro al principe, e infra li cordiali secretarii il piú caro e il piú cordiale era tenuto: costui, essendo stato eletto per ambasciatore a Cesare Massimiliano imperatore, fugli commesso che si mettesse in ordine per andare via, e dicendo che non aveva a bastanza per le spese di tal viaggio, dapoi in Bieloyessero fu preso e posto in carcere, dove miseramente terminò sua vita. Li cui beni, sí mobili come stabili, il principe li fece suoi, e benché da tremila fiorini di danari ritrovasse, nondimeno alli fratelli e altri suoi eredi non diede cosa alcuna. Il che esser vero, oltra la fama commune, Giovanni scrivano, il quale per commissione del duca mi provedeva delle cose necessarie al viver cottidiano, mi diceva; e similmente li due fratelli di Basilio, cioè Teodoro e Zacaria, li quali nel mio ritorno furono dati per miei procuratori di Moscovia in Smolenczo, questo medesimo confirmorono.
Oltra di questo, tutto ciò che gli oratori mandati alli principi esterni portavano di cose preziose e belle, il principe nel fisco riponea, dicendo che gli farà un'altra grazia, la quale è tale come ho detto di sopra. Essendo stati mandati ambasciatori dal principe di Moscovia alla cesarea maestà di Carlo quinto imperatore knes Iwan posetzen Faroslawski, Semen (cioè Simeone) Trophimow secretario, nella partita loro gli furono donati da Cesare catene d'oro e danari assai, e similmente dal re Ferdinando, arciduca d'Austria e padrone mio onorandissimo, furno donate a quelli tazze d'argento, panni d'oro e d'argento e monete d'oro todesche.
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