E noi te, signore, figliuolo suo, benedichiamo, e preghiamo il magno Iddio per la salute tua». Dapoi il metropolitano, e parimente li granduchi, si levano su, e il metropolitano, orando, benedice con la croce il granduca e alli figliuoli di quelli. Finalmente, finite tutte le cose sacre e le ceremonie, il granduca, cioč l'avolo, alla sua abitazione ritorna, e Demetrio, con il cappello ducale e con la barma, cioč l'altro ornamento ducale, accompagnato da grande multitudine d'altri gentiluomini e dalli loro figliuoli, dal tempio della Beata Vergine fino al tempio di San Michele Arcangelo se ne va; dove avanti la porta, sopra un ponte da Georgio, figliuolo del granduca Giovanni, tre volte con certe monete d'oro, dette denga, gli butta l'acqua santa adosso, e dapoi, entrato nel tempio, li sacerdoti, dicendogli le letanie, overo preghiere, secondo la consuetudine loro, con la croce lo benedicevano, e appresso delli sepolcri e monumenti lo segnavano col segno della croce. Poscia, uscendo fuori del tempio, di nuovo nella porta dal prefato Georgio gli era data l'acqua santa; dapoi, per dritta via, al tempio della Annunciazione di Maria se ne va, dove parimente li sacerdoti lo benedicevano, e cosí da Georgio, come prima, gli era sporta l'acqua santa. Finalmente, finite tutte queste visitazioni, Demetrio al palazzo del suo avolo e della madre ritorna.
E queste cose furono fatte nell'anno del mondo 7006, e dalla nativitŕ di Cristo 1497, nel dí 4 del mese di febraio. Vi furono presenti a questo mandato del granduca e alle benedizioni di Simone metropolitano Tichone, arcivescovo rostowiense e ioroslaviense, Nyphonte susdaliense e Toruski; Wasiano, vescovo twerense; Protasio resanense e Muromski; Afranio columbnense e li vescovi di Ieufimi, di Sarki e di Podonski.
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