A nissun uomo adunque sia lecito di violare, o ver con temerario ardimento impedire, questa carta della nostra constituzione, dichiarazione, esortazione, commissione, mandato, concessione, volontà e decreto: e se alcuno per sorte avesse ardimento di tentare questo, sappia di dover incorrere nell'indegnazione dell'onnipotente Iddio e delli beati apostoli Pietro e Paolo.
Date in Roma, appresso San Pietro, nell'anno dell'incarnazione del Signore 1501, decimo kal. septembris, nell'anno nono del nostro ponteficato».
Del modo di confessarsi.
Benché abbino la confessione secondo l'ordine e constituzione loro, nondimeno il volgo crede quella essere delli principi, e particolarmente alli nobili signori e agli uomini piú prestanti appartenere. Si confessano circa la festa di Pasqua, con gran contrizione di cuore e venerazione. Sta il confessore insieme col confitente in mezo del tempio, col viso voltato ad una certa imagine a quest'effetto ordinata, e dapoi, finita la confessione e impostagli la penitenza secondo la qualità del peccato, amendue a quell'imagine riverentemente s'inchinano, e col segno della santa croce si segnano la fronte e il petto; e dapoi finalmente con gran pianto esclamano: «Iesu Christe, fili Dei, miserere nostri»: percioché questa è la commune e usitata orazione di quelli. Ad alcuni per penitenzia danno il digiuno, ad alcuni certe altre orazioni (percioché pochissimi sanno l'orazione dominicale), e alcuni, li quali qualche cosa piú grave avessero commesso, con l'acqua gli lavano; percioché nell'Epifania del Signore cavano su l'acqua del fonte, e quella, benedetta e consecrata, per tutto l'anno nel tempio per mondare e lavare li piú gravi peccati conservano.
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