La festa della Trinità celebrano nel giorno di luni nelle ferie delle Pentecosti, e nell'ottava di quella fanno la festa di Tutti i Santi. Ma il giorno del Corpo di Cristo non hanno in venerazione, secondo il nostro costume.
Giurando e bestemmiando, rare volte usano il nome d'Iddio, ma, quando giurano, con il segno della croce confermano ciò che dicono o promettono. Le bestemmie di quelli sono communi con quelle degl'Ongheri, dicendo: «Il cane la madre tua sottometta», etc.
Del purgatorio.
Non credono che sia purgatorio alcuno, ma dicono a ciascuno che muore essergli ordinato il luogo secondo 'l merito suo: alli pii, lucido e chiaro, con gli angeli piacevoli, e agl'impii oscuro e di cieca caligine coperto, con gli angeli terribili, dove l'estremo giudicio aspettino. Dicono che dal luogo de' giusti l'anime loro, insieme con gli angeli, conoscono la grazia d'Iddio, e che sempre desiderano l'estremo giudicio; e che l'anime degl'impii non lo desiderano. Non pensano che l'anima, separata dal corpo, possa patire pena alcuna, ma che, mentre è unita col corpo e per vizii umani si contamina, quella insieme col corpo dover essere purgata. Fanno celebrare le messe per li morti, perché credono per tal sacrificio di poter ottenere e impetrare luogo piú quieto e piú tollerabile all'anime de' morti, dove piú facilmente possano aspettare il giudicio futuro. Li cimiterii per sepelire li corpi non consacrano, dicendo essa terra per li corpi unti e consacrati, e non li corpi per la terra esser consecrati.
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