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      Della venerazione de' santi.
     
      Fra li santi, hanno in grandissima venerazione un Nicolò barese, e di quello ogni giorno predicano grandissimi miracoli, de' quali uno voglio raccontare. Un certo Michele Kijsaletzki, uomo grande e valente nell'arte della milizia, in un certo conflitto de' Tartari perseguitando un certo fuggitivo soldato tartaro, e non potendo quello col suo corrente cavallo arrivare, disse il Moscovita: «O Nicolò, conducimi appresso di questo cane». Il Tartaro, udendo questo, tutto impaurito esclamò: «O Nicolò, se costui con l'aiuto tuo m'aggionge, tu non farai miracolo; ma se tu me, che son lontano dalla tua fede, dalla persecuzione di quello salvo mi serverai, allora il nome tuo sarà grande». Allora dicono che 'l cavallo del Moscovito fermossi, e che 'l Tartaro scampò via dalle sue mani; e cosí il sopradetto Tartaro ogni anno, in memoria della sua liberazione, ha mandato certe misure di mele a san Nicolò, e altrettante al prefato Michele, aggiuntavi eziandio una veste onorevole di pelle madaurice.
     
     
      Del digiuno.
     
      Digiunano nella quadragesima per sette continue settimane: nella prima usano latticinii, e quella settimana chiamano syrna, cioè caseacea; ma nell'altre seguenti settimane, tutti (eccetto quelli che vanno per viaggio) dal mangiar pesci s'astengono. Sono di quelli che solamente nelli giorni di domenica e del sabbato pigliano cibo, e negl'altri giorni da ogni cibo s'astengono. Similmente sono di quelli li quali ne' giorni di domenica, di martedí, di giovedí e di sabbato pigliano cibo, e gli altri tre giorni non mangiano niente.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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