Si ritrovano ancora molti li quali nelli giorni di lunedí, di mercore e di venere si contentano solamente d'un pezzo di pane con un poco d'acqua. Gli altri digiuni fra l'anno non cosí strettamente osservano: digiunano doppo l'ottava della Pentecoste, la quale è a loro il giorno di Tutti li Santi, insino alla festa di san Pietro e di san Paolo, e chiamasi il digiuno di Pietro. Dapoi hanno il digiuno della beata Vergine, dal primo d'agosto insino all'Assonzione della Madonna. Similmente hanno il digiuno di san Filippo, cioè l'Advento del Signore, e dura per sei settimane; è detto di san Filippo perché nel principio di tal digiuno viene la festa di san Filippo, secondo il loro calendario. Oltra di questo, se la festa di san Pietro e di san Paolo, overo l'Annunciazione della Madonna, venisse nel giorno di mercore o ver di venere, allora in tal giorno non mangiano carne. Di nissuno santo fanno la vigilia, eccetto che nella Decollazione di san Giovanni, la qual è alli 29 d'agosto, ogni anno l'osservano. Finalmente, se nel digiuno grande della quadragesima qualche giorno solenne, come sarebbe l'Annunciazione della Madonna, viene, mangiano pesci. Alli monachi digiuni molto piú gravi e piú molesti sono imposti, percioché quelli bisogna che si contentino solamente d'una certa bevanda e mistura, la quale kwas chiamano, cioè pozione, over bevanda acetosa e acqua mista col formento. Alli sacerdoti l'acqua mulsa e la cervosa in quel tempo è divietata, benché al presente tutte le leggi e statuti umani mancano e sono vietati.
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