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      Il mercatante, veduto questo, in Moscovia se ne ritornò, e appresso delli consiglieri del principe della ricevuta ingiuria si dolse molto. Quelli, udita la causa, si misero di mezo, promettendo voler rassettare la cosa e di farli grazia, quando egli le dimandasse. Il mercatante, aveduto molto, il quale sapeva dover esser cosa ignominiosa al principe se le merci di questa sorte fossero portate fuora del suo dominio, e che nissuno si ritrovasse il quale potesse comprarle e pagarle, non dimandò grazia veruna, ma solamente fece richiesta che gli fosse administrata giustizia. Or finalmente, veggendo li consiglieri il mercatante star cosí duro e ostinato, né si poter punto del suo proposito muovere, né manco voler cedere all'inganno e alla fraude di quelli, il cupro in nome del principe comprorno e pagato il giusto prezzo lo licenziorno.
      Alli forestieri ciascuna cosa vendono piú cara, di modo che quella robba che hanno comprato per un ducato, cinque, otto, dieci e alcuna volta venti ducati vendono, e cosí li forestieri fanno il simile; alcuna volta compreranno dalli forestieri una cosa rara per dieci over quindici fiorini, la quale a pena varrà uno o ver due fiorini al piú. In contrattare le cose della mercanzia, se per sorte dicesti qualche cosa, overo che imprudentemente gli promettesti, diligentemente se ne ricordano, e vogliono con grande instanzia che gli siano osservate le promesse; ma essi, se all'incontro v'hanno qualche cosa promesso, non attendono la promessa. Subito che cominciano a giurare e spergiurare, sappi ivi subito essere ascoso l'inganno, percioché giurano con animo d'ingannare e far fraudi.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





Moscovia