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      Nel cavalcare servano questo costume, che, contratti e ritirati in su li piedi, sedono nella sella, accioché piú facilmente in l'uno e l'altro lato si possano rivoltare; e se per sorte qualche cosa fosse caduta, e che bisognasse torla su di terra, fermatisi nelle staffe senza fatica veruna la tolgono su, nella qual cosa sono cosí esercitati che eziandio correndo velocemente li cavalli fanno quel medesimo. Assaltati con armi d'asta, subito nell'altro lato si gettano, per fuggire la botta dall'avversario suo, e con l'altra mano solamente e con il piede si tengono al cavallo. Mentre le provincie vicine molestano, ciascuno due o vero tre cavalli per aiuto menano con esso loro, accioché, stracco uno, il secondo o ver il terzo possano usare, e quei che sono stracchi menano a mano. Hanno li freni leggierissimi, e certi flagelli o ver scorreggiate in luogo de' speroni usano; e solamente hanno cavalli castrati, pensando che siano piú atti a sopportare la fatica e la fame.
      Li medesimi vestimenti usano tanto gli uomini quanto le donne, l'abito delle quali in niuna cosa è differente da quello degli uomini, eccetto che con un velo di lino cuoprono la testa, e la calza di lino alla similitudine de' naviganti marinari usano. Le lor regine, mentre vanno fuora in publico, sogliono coprirsi la faccia. L'altra turba, la quale vive per li campi, ha le vesti fatte di pelle di pecore, le quali non mutano se con longo uso totalmente non siano consumate e distrutte. Non longo tempo stanno in un medesimo luogo, pensando ciò essere grande infelicità il stare sempre in un medesimo luogo; onde, quando sono in collera con li lor figliuoli, e che li vogliono annunciare qualche male, sogliono dire: «Io prego che perpetuamente tu resti in quel medesimo luogo, come fanno li cristiani, e che 'l fetore e spuzza del luogo tu senti». E però, pasciuti li pascoli in un luogo, con gli armenti, con le moglie e con li figliuoli, quali a torno con esso loro sogliono menare, altrove vanno ad abitare; benché quelli che vivono nelli castelli e città un'altra regola di vivere osservano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136