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      Ma era tanta la moltitudine dell'artiglierie che a pena in spazio di tre giorni si sarebbono potute condurre; oltra di questo li Moscoviti non avevano tanta polvere di bombarde la quale fosse stata bastante a caricare una volta sola il pezzo grosso, percioché i Moscoviti sogliono sempre osservare questo costume, che hanno tutte le lor cose riposte e non hanno niente mai pronto, ma, costretti dalla necessità, s'ingegnano di fare tutte le cose loro con prestezza. Parve adunque a Nicolò bombardiero essere piú util cosa che le bombarde minori, le quali erano riposte lontane dal castello, sopra le spalle degli uomini con prestezza fossero là in mezo condotte. Mentre in queste erano occupati, un gridore grande nacque che li Tartari s'avvicinavano; la qual cosa tanto spavento diede a quelli della città che, gettate le bombarde per le contrade, abbandonavano il difendere la muraglia dalli loro nimici, di modo che, se allora cento cavalli delli nimici avessero fatto impeto nella città, facilmente con il fuoco dalli fondamenti averebbono quella consumata. In questo spavento il prefetto o ver governatore della città insieme con gli altri compagni pensorono di voler placare l'animo del re Machmetgirei con alcuni doni grandi, e specialmente con una bevanda detta medone, e con questi mezi rimoverlo dall'assedio del paese. Il re Machmetgirei, ricevuti li presenti e doni, rispose che volontieri dall'assedio e dalla provincia si partirebbe, quando avesse lettere per le quali Basilio principe s'obligasse dover essere perpetuo tributario del re de' Tartari, come già suo padre e gli altri suoi maggiori avevano fatto.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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