In questa compagnia v'era un certo seid, sommo sacerdote de' Tartari, il quale appresso di quei in tant'auttorità e venerazione è tenuto che eziandio li re gli vanno incontro e, stando costui a seder a cavallo, gli porgono la mano e col capo chino, il che alli re soli è concesso, lo toccano: percioché li duchi non gli toccano la mano, ma le ginocchia, li nobili li piedi e li plebei solamente le vesti o vero il cavallo. Questo seid sacerdote, occoltamente le parti del principe Basilio difendendo, con ogni diligenzia e cura cercava di pigliare il detto giovane e di mandarlo prigione in Moscovia; ma discoperto, fu preso, e in presenzia di tutti con un coltello ucciso. Tra questo mezo Michele, capitano dell'esercito, raunate nella bassa Nowogardia, per portare le artiglierie e la vettovaglia, le navi, delle quali era tanta la moltitudine che 'l fiume parea fosse coperto di naviganti, alla volta del regno di Cazan col suo esercito affrettava: e all'isola di Gostinowosero pervenuto, alli 7 di luglio, fermatosi col suo esercito ivi per vinti giorni aspettando la cavalleria restò.
Tra questo mezo Cazan castello, il quale era fatto di legno, per via d'alcuni soldati dalli Moscoviti subornati fu abbrucciato e dalli fondamenti ruinato. L'occasione d'occupare il castello fu disprezzata per la paura e pigrizia del capitano, talmente ch'egli non condusse pure un soldato ad espugnare il colle del castello, né fu d'impedimento a' Tartari, li quali di nuovo l'edificorono. Ma alli vintiquattro del medesimo mese, trapassato il fiume Wolga in quella parte nella quale è posto il castello, appresso il fiume Cazanca con l'esercito fermossi, ivi per vinti giorni aspettando occasione buona.
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