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      Essendo adunque ritornato l'esercito nella patria, il quale dicono esser stato di numero di cento e ottantamila persone, gli oratori del re di Cazan vennero in Moscovia avanti il principe Basilio per confirmare li patti e le promissioni della pace; ed eziandio quando noi eravamo in Moscovia vi erano presenti, e insino allora fra loro non era speranza alcuna di concludere la pace. Percioché le fiere, le quali vicino a Cazan nell'isola delli mercanti si solevano fare, per dispetto delli Cazanensi Basilio in Nowogardia transferí, imponendo gravissima pena a' suoi se al mercato nella detta isola n'andassero, sperando tal cosa dover essere loro di grande incommodità e danno, e spezialmente per levar via la commodità di comprare il sale, del quale li Tartari in quella fiera solevano comprare gran copia dalli Ruteni. Nondimeno il transferimento di questa fiera non fu manco di danno e d'incommodità alla Moscovia che alli Cazanensi, percioché di molte cose, le quali dal mar Caspio, da Astrachan, dalla Persia, dall'Armenia per il fiume Wolga erano portate, venne gran carestia, e spezialmente di pesci nobilissimi e buoni, nel numero delli quali è un pesce detto beluga, li quali e di là e di qua da Cazan nel fiume Wolga si trovano.
     
     
      Sin qui della guerra del principe di Moscovia con li Tartari cazanesi fatta avemo detto: ora alla tralasciata narrazione di nuovo ritorniamo.
     
      Dopo li Tartari cazanesi, li primi Tartari, cognominati Nagai, scorrono, li quali di là dal fiume Wolga, appresso il mar Caspio, al fiume Iaich che scorre dalla provincia Sibier abitano.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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