Costoro, dall'asprezza delli monti confidatosi, né alli Turchi né alli Tartari danno ubidienza; nondimeno li Ruteni affermano questi Circassi esser cristiani, vivere con le sue leggi e nel culto e nelle cerimonie con li Greci convenirsi, e usare la lingua slavonica a celebrare le cose sacre. Sono audacissimi corsari in mare, percioché per li fiumi, li quali corrono dalli monti loro, con le barche scorrono nel mare: tutti quelli che passano spogliano, e specialmente quelli li quali navigano da Capha in Costantinopoli. Di là dal fiume Cupa è Mengarlia, la quale il fiume Eraclea bagna; dapoi è Cotapis, la quale pensano alcuni che sia Colchi. Dopo questo si truova il fiume Phasi, il quale, prima ch'entri nel mare, non molto lontano dalla bocca fa una isola, detta Satabello, nella quale è fama già le navi di Iasone essere state. Di là da Phasi è Trapezus.
Dalle paludi di Tauris Chersonese, le quali dalle bocche del Tanai in longhezza sono dette aver trecento miglia italiani, sin al capo promontorio di San Giovanni, in quella parte che piú sono propinqui vi sono solamente due miglia italiane. In questa parte vi è Krijme città, già regno e sedia di Tauris, dalla quale Krijmkii sono nominati. Dapoi, cavato tutto l'istmo, cioè la terra ferma fra due mari posta, qual era di spazio di mille e dugento passa, alla similitudine d'una isola, li re non Krijmschi ma Precopschii si chiamano, preso il nome da quel cavamento, percioché percop in lingua slavonica vuol dire cavato; onde appare un certo scrittore avere errato, il quale scrisse ivi un certo Procopio aver signoreggiato.
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