Il che conosciuto dal barbaro re di Tartari, e ricevuti presenti, l'un e l'altro con vana speranza nutriva. Il che in quel tempo che io, in nome di Cesare Massimiliano, appresso il principe di Moscovia trattavo di far fare la pace con il re di Polonia: percioché non potendo il principe di Moscovia ridursi alle condizioni giuste e ragionevoli della pace, il re di Polonia corrupe il re precopense con danari, che col suo esercito assaltasse una parte della Moscovia, ed egli similmente dall'altra per la via d'Opotzkan moverebbe l'armi contra Moscoviti. Con la quale astuzia il re di Polonia sperava di poter astringere il principe di Moscovia a far pace con esso lui: il che esso principe di Moscovia considerando, subito mandò li suoi ambasciatori al re de' Tartari, che trattassero con lui di muover guerra contra Lituani, ed essendo la provincia loro vuota d'ogni timore e nuda d'ogni presidio, tutte le forze sue contra questa rivoltare dovesse. Il consiglio del quale il re de' Tartari, avendo solo rispetto al commodo suo, seguitò, e cosí, per le discordie di tali principi piú potenti divenuto desideroso d'accrescere l'imperio suo, a maggior cose drizzò l'animo. E tolto in suo aiuto Mamai, principe nahaicense, nell'anno del Signore 1524, del mese di gennaio, in Tauris con l'esercito se n'andò, e ivi il re d'Astrachan assaltò, e la città di quello, la quale egli da paura lasciò, assediò e prese, restando vittorioso.
Tra questo mezzo Agis, principe delli Nahaicensi, il suo fratello Mamai riprende che abbia dato aiuto con le sue genti a un vicino tanto potente; oltra di questo, l'ammonisce che abbia l'occhio alla potenzia del re Machmetgirei, la quale ogni giorno cresceva, e di tal sorte che forse sarebbe di danno a l'un e l'altro, rivoltando l'arme alli danni e ruine loro.
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