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      Hanno cavalli cosí piccioli che a pena par cosa incredibile che possano resistere alla fatica, servendosene essi in guerra e in lavorare i terreni. Rompono la terra non col ferro, ma col legno, il che tanto piú è da maravigliarsi per essere la terra di quelli tenace e non arenosa, e dove il pino mai cresce. Quando sono per arare la terra tolgono piú legni, quali usano in luogo del vomere, accioché, mancando uno, possano pigliare l'altro. Uno delli governatori della provincia, accioché alli provinciali cosí gran fatica levasse, aveva fatti portare molti vomeri di ferro; ma conciosiaché quell'anno e gli altri seguenti le biade, per la intemperanzia del cielo, al desiderio degli agricoltori non rispondessero, tale sterilità alli vomeri di ferro attribuivano, onde il governatore, dubitandosi di qualche sedizione, tolto via il vomere di ferro gli concesse che come prima la terra coltivare dovessero.
      Questa provincia abbonda di boschi e di selve, nelle quali alcuna volta orribili visioni sogliono essere. Sono eziamdio in quel luogo piú idolatri, li quali certi serpenti da quattro piedi corti, a similitudine di lucerte, col corpo negro e grasso, di longhezza di due palmi, come di domestici in casa nutriscono, e quelli giwoiti dicono, e con certo timore gli hanno in venerazione, e, se qualche cosa contrario gl'interviene, dicono che tali animali non sono stati bene pasciuti.
      Nel primo mio viaggio, tornando di Moscovia, essendo in Troki pervenuto, quello che m'albergò mi referí sé, quel medesimo anno ch'io era là, da un certo uomo cultore del serpente aver comprato alcuni alvearii d'api; e avendolo egli persuaso che, lasciata quella vana superstizione, al vero culto di Cristo venisse, e che ammazzasse quel serpente il quale adorava, alquanto dapoi, essendo egli venuto a vedere le sue api, lo vidde con la faccia difforme e brutta, e con la bocca sino alle orecchie miseramente tirata.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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