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      E navigando con prospero e felice vento, il nocchiero disse loro: «Voi della mia ammonizione di placare il Semes come di vana superstizione vi ridevate, ma, se io di notte non fossi secretamente montato nel scoglio e non lo avessi placato, per nissun modo il passare a noi sarebbe stato concesso». Dimandato che cosa gli avesse offerto, rispose farina di segala, o vero di avena, mista con il butiro.
      Dapoi, navigando, un altro gran promontorio, Motka chiamato, alla similitudine quasi d'un'isola trovorono, in fine del quale v'era Bartho castello, che vuol dire casa di soccorso, o ver presidio, percioché ivi li re della Nordwegia per difendere i lor confini vi tengono guardie. E tanta era la longhezza di questo promontorio in mare che apena per spazio d'otto giorni poteva circondarsi: onde, accioché per questo non fossero impediti, per terra per spazio di mezzo miglio con grandissima fatica e la barca e le robbe loro portorono su le spalle. Dapoi navigorono verso la regione delli Dikiloppi, quali sono i fieri Loppi, verso un certo luogo chiamato Dront, il quale per dugento miglia è lontano da Dwina verso settentrione, fin dove dicono che 'l prencipe di Moscovia suole riscuotere tributo. Quivi lasciata la barca, il resto del viaggio fecero per terra. Mi riferiva il sopradetto Gregorio ivi aver veduto le mandrie o ver greggi di cervi, come sono appresso di noi li bovi, li quali in lingua di Nordovegia rhen sono chiamati: e sono alquanto maggiori delli nostri cervi, delli quali i Loppi in luogo di giumenti si servono, e accioché alcuno per il corso delli cervi non caschi, lo leggano per li piedi in un carro, fatto in forma d'una barca pescareccia.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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