Ora, per la conversazione degli uomini forestieri li quali per guadagno in tali luoghi vanno, già cominciano a deporre quella innata ferità e salvatichezza e farsi piú mansueti e civili. Ricevono volentieri li mercanti, e da quelli sono portate nelli loro paesi vesti di panno grosso, manare, aghi, cucchiari, coltelli, tazze, farina, pignatte e altre sorti di merci, di modo ch'ora usano cibi cotti, e di costumi piú umani si vestono. Usano le pelli di diversi animali che pigliano, e con questo abito alcuna volta ne vengono in Moscovia. Pochissimi usano calze e capelli, fatte di pelle cervina; non hanno uso alcuno di monete d'argento e d'oro, ma sono contenti della sola permutazione delle cose, e perché non intendono il parlare e la favella degli altri appresso l'altre genti come muti restano. Cuoprono le loro abitazioni con le scorze degli arbori; in nissun luogo hanno ferma e stabile stanza, ma, in un luogo consumando le fere e li pesci, in un altro vanno ad abitare.
Raccontano ancora li predetti oratori del principe di Moscovia aver veduto in quelle parti monti altissimi, li quali alla similitudine del monte Etna mandavano fuori sempre le fiamme; e in Nordwegia molti monti con perpetuo abbruciamento essere ruinati e ridutti in polvere, onde alcuni hanno favolosamente detto ivi essere il foco del purgatorio. Delli quali monti, mentre io ero oratore appresso Cristierno, re della Dania, quasi quelle medesime cose dalli prefetti e governatori della Nordwegia, li quali allora ivi erano, intesi.
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