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      Il giorno seguente ordinorono un viaggio piú longo di quello che li nostri carri potessero arrivare. Fra questo mezzo tutti li fiumi, essendosi disfatte le nevi del verno, erano oltra modo cresciuti: li rivoli similmente senza ripe gran copia d'acqua menavano, di modo che sicuramente senza gran fatica non si poteva passare, percioché li ponti due o ver tre ore inanti fatti per la moltitudine delle acque notavano, di modo che poco mancò che 'l conte Leonardo da Nogarola, oratore di Cesare, il giorno dopo la partita nostra da Smolentzko non s'annegasse. Percioché, mentre io ero sopra 'l ponte e procuravo che gl'impedimenti fossero trasportati di là, il cavallo del conte gli cascò sotto, e quello in una ripa lasciò, e li due procuratori del viaggio vicini ad esso non mossero pur il piede per soccorrerlo; e se alcuni che erano lontani non gli avessero dato aiuto egli era spedito. Venimmo in quel giorno ad un certo ponte, il quale il conte insieme con li suoi con grandissimo pericolo aveva passato: ma io, che sapevo li nostri carri non potere seguitarli, restai di qua dal ponte, e in casa d'un contadino entrai: e vedendo che 'l procurator nostro negligentemente procurava da mangiare, dicendo aver mandato avanti la vettovaglia, io comprai il cibo da una donna per giusto prezzo. Il che agl'orecchi del procuratore nostro pervenuto, li proibí che non mi dovesse vendere piú cosa alcuna, onde io chiamai il messo di quello e gli commisi che dicesse al procuratore che o vero procurasse al viver nostro a tempo o vero ci desse licenza di poterlo comprare: che quando non lo facesse io ero per romperli il capo.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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