Entrando noi nella rocca, in diversi luoghi molti uomini vedessimo: stavano appresso la porta li cittadini, e li soldati e gli altri stipendiarii tenevano la piazza, e li pedoni che ci accompagnavano givano avanti, e fermandosi alcuna volta erano d'impedimento che non potessimo pervenire alle case; percioché appresso le scale non è lecito ad alcuno smontare da cavallo, se non al principe, il che per altra cagione non si fa se non acciò che si veda maggior onore esser dato al principe. Essendo noi al mezo delle scale pervenuti, ci vennero incontro certi consiglieri del principe, porgendoci la mano, e baciandoci ci condussero piú su. Poi, alla cima della scala pervenuti, altri consiglieri di maggiore auttorità ne vennero incontro, dando luogo i primi a quelli (percioché è costume che li primi alli seguenti e alli piú prossimi ordinatamente cedono), e avendoci salutati ci diedero la destra. Dapoi, entrando nel palazzo, nel quale la turba delli nobili stava intorno intorno, li principali consiglieri del principe similmente ne vennero incontro, e cosí ordinatamente, con il modo predetto, si salutarono. Poi fussemo condotti in un altro portico, o vero salotto, il quale era pieno di signorotti e d'altri uomini d'alto legnaggio, dell'ordine e numero de' quali i consiglieri sono eletti; di dove fino al conclave del principe pervenimmo, avante il quale stavano quelli li quali giornalmente al principe servono. E niuno tra questo mezo delli circonstanti un minimo onore ci fece, anzi, se passando oltra qualche nostro amico avessimo salutato, egli non altrimente ci rispondeva e salutava come se già mai da noi conosciuto non fosse.
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