Oltra di questo v'era il latte acro, a questo medesimo uso posto, e li cucumeri salati e li pruni, nel medesimo modo conditi.
Il medesimo ordine servano nel portar l'altre vivande, eccetto che di nuovo come li rosti sono portati varie sorte di vini sono portati, cioè malvagia, vin greco e varie sorti di medoni. Il principe communemente comanda che gli sia sporto da bere una volta over due; e quando beve, ordinatamente chiama avanti sé gli oratori, dicendo: «Leonardo, Sigismondo, tu sei venuto da un gran signore ad un altro gran signore, hai fatto un gran viaggio, hai veduta la grazia nostra e gli occhi nostri sereni: bevi e ribevi e mangia bene fino alla sazietà, e dapoi riposerai, accioché finalmente tu possi ritornare salvo al tuo signore». Tutti li vasi nelli quali mettono il cibo, il bere, l'aceto, il pevere, il sale e altre cose, come avemo veduto, dicono essere d'oro puro: il che appareva esser vero al gran peso di quelli. Sono quattro persone le quali stanno dall'una e l'altra parte della credenziera, e ciascuno tiene una tazza over bicchieri d'oro, delli quali il principe piú volte beve, e spesse volte parla con gli oratori e gli dice che mangino. Qualche volta ancora dimanda qualche cosa a quelli, e alcuna volta molto faceto e umano se gli dimostra. Fra le altre cose mi interrogava una volta se io mi fussi rasa la barba, il che con una sola parola si dice, cioè brill. Dicendo io di sí, rispose ancora egli: «E noi ci siamo rasi», percioché, avendo presa un'altra moglie, tutta la barba s'era rasa, il che giamai da nissun altro principe dicevano esser stato fatto.
| |
Sigismondo
|