Il modo e l'usanza del bever loro è questo: quello che comincia piglia la tazza e va in mezo della stanza; stando col capo scoperto, con faceto parlare dice per la salute di cui egli beva e quel che gli desideri, dapoi, votata e voltata sottosopra la tazza, con quella la sommità del capo si tocca, acciò che tutti vedano ch'egli ha bevuto, e che desidera sanità a quello signore per nome del quale ha bevuto. Dopo questo nel piú alto luogo ne va, e comanda che siano empite piú tazze di vino, e dapoi a ciascuno porge la sua, e il nome per la salute del quale si ha da bere dice. E cosí tutti a un per uno sono costretti andar là, in mezo l'abitazione, e voltare le tazze, e poi ritornare al luogo suo. Ma quello che vuole fuggire cosí longo bere, è necessario che finga d'essere imbriaco, overo di sonno oppresso, overo che, avendo bevute molte tazze, affermi di non poter bevere piú, percioché non credano li convivanti esser stati bene ricevuti e lautamente trattati se prima imbriachi non divengono. Questo costume communemente l'osservano li nobili e quelli alli quali è concesso di poter bevere il medone e la cervosa.
Nella prima mia legazione, finiti li miei negozii, e dovendo partir presto, fui chiamato ad un convito del principe (percioché suole quello tanto nel partire quanto nella venuta ricevere gli ambasciatori nel suo convito); il quale finito, il principe si levò su, e, appoggiandosi appresso la mensa, comandò che gli fusse dato in man la tazza, poi disse: «Sigismondo, io voglio, per l'amore che io ho verso il nostro fratello Massimiliano, imperatore eletto delli Romani e supremo re, e per la sanità sua bevere questa tazza di vino, e cosí tu beverai di questo, e gli altri tutti ordinatamente, acciò che tu veda l'amor nostro verso il nostro fratello Massimiliano etc., e che tu gli riferisca quelle cose che tu hai vedute». Dapoi mi porse la tazza e disse: «Bevi per la sanità del nostro fratello Massimiliano, eletto imperatore romano e supremo re». Dapoi la porgeva a tutti gli altri li quali erano presenti nel convito, e a ciascuno usava le sopradette parole.
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