Dapoi per dritta via sei miglia a Seitskoov, di lā dal fiume Nischa; dapoi sette miglia a Harosczi, di lā dal fiume Calacha; e per sette miglia, Oreat Rechelwitza, alla fiumara Palamit pervenimmo. In quel giorno passammo otto fiumi e lago congelato, ma sopra il giaccio d'acqua ripieno.
Finalmente, nella sexta feria avanti la festa della santa Pasqua, alla casa delle poste pervenimmo, e tre laghi passammo: il primo fu Woldai, il quale č un miglio in larghezza e due in longhezza; il secondo č Lutinitsch, non molto grande; e il terzo Ihedra, al quale una villa di quel medesimo nome č vicina, lontano da Oreat per spazio d'otto miglia. Nel qual giorno, per li sopradetti laghi congelati, ma per la neve liquescente d'acque ripieni, seguitata la trita via, avessimo viaggio difficilissimo e pericoloso; e per l'altezza delle nevi e perché niuno vestigio over segno d'alcuna strada appareva, non avemmo ardimento di partirci dalla via publica. Finito cosí difficile e pericoloso viaggio, per spazio di sette miglia a Choitilowa pervenimmo, sotto la qual cittā, in quel luogo che li due fiumi Schlingwa e Snai corrono ed entrano nel fiume Msta, passammo, e a Woloschak giungemmo; e ivi nel giorno di Pasqua ci riposammo.
Dapoi camminammo per sette miglia, e passato il fiume Twerza a Wedrapusta castello, posto nella ripa, arrivammo: da qui poi per sette miglia scendendo venimmo a Dwerschak cittā, sotto la quale per due miglia, con una barchetta pescareccia, il fiume Schegima passammo, e, a Ossoga castello pervenuti, ivi per un giorno ci riposammo.
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