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      E il principe ci dimandava per qual via noi fossimo per ritornare alla patria nostra, percioché avea inteso il gran Turco essere a Buda, però sapeva quel ch'egli avesse fatto. Finalmente, partiti della Moscovia, per quella medesima via ritornammo adietro per la quale già eramo venuti, e a Dobrowna giunti, ivi le nostre robbe, le quali avevamo mandate da Wiesma per il fiume Boristeno, ricevemmo. E in questo luogo pristawo lituano, il quale ci aspettava, ritrovammo, e da lui intendemmo Lodovico, re dell'Ongheria, esser morto.
      Partiti da Dobrowna, per spazio di 4 miglia venimmo a Orsa, e di qui poi per quel medesimo viaggio il quale nel primo mio ritorno avevo fatto pervenimmo a Vilna, dove da Giovanni, figliuolo naturale del re e vescovo vilnense, umanamente fossimo ricevuti e lautamente trattati. Dapoi di qui partiti andammo a Rudnik, 4 miglia; a Wolkonik, 3 miglia; a Meretsh castello, 7 miglia, il quale ha il nome dal fiume del medesimo nome; a Osse, 6 miglia; a Grodno principato, 7 miglia, posto appresso il fiume Neme; a Grinki, 6 miglia. Al qual luogo andando noi al primo di gennaio, era tanto duro e crudel freddo, e tanto l'impeto del vento che tirava la neve in aere in là e in qua spargendola, che li testicoli delli cavalli, congelati e corrotti, s'erano spiccati e caduti. Il naso similmente, se a tempo per ricordo del nostro pristavo non avessi remediato, arei quasi perduto. Entrato nell'albergo, cominciai destramente a fregare e maneggiare il naso, e finalmente quello, non senza dolore, cominciai a sentire; e nascendovi di sopra come una certa rogna, dapoi seccossi, e cosí fui guarito.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Terzo
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 1136

   





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