Dopo il Cobo trapassammo il fiume Singame, per lo quale si può navigare, ed è lontano dal Cobo ducentodieci stadii al piú. Dietro al Singame è il fiume Tarsura: fra essi sono centoventi stadii; e il fiume Ippo n'è lontano dal Tarsura centocinquanta, e trenta l'Astelefo dall'Ippo, il quale trapassato venimmo a Sebastopoli dopo centoventi stadii. E partiti da Cobo vi giugnemmo avanti mezogiorno, sí che il medesimo giorno pagammo le genti, e vedemmo l'armi e i cavalli, e i cavalieri salire a cavallo, e gl'infermi e la vettoaglia, e andammo intorno al muro e alla fossa: e sono dal Cobo insino a Sebastopoli seicentotrenta stadii, e da Trapezunte duemiladucentosessanta. E Sebastopoli anticamente si chiamava Dioscuriade, e fu populata da quei di Mileto. Le genti che quivi pervenendo trapassammo sono queste. Con quei di Trapezunte, come ancora dice Senofonte, confinano i Colchi, e coloro li quali egli dice essere battaglievolissimi e nimichevolissimi a quei di Trapezunte Drilli gli nomina egli, ma a me par che sieno i Sanni, percioché ancora infino al presente essi sono cosí fatti, e abitan forte paese e sono senza signore, e già erano tributarii de' Romani, ma come rubatori non pagavano compiutamente il tributo: ma ora con l'aiuto di Dio compiutamente il pagheranno, o nol facendo gli metteremo a ruba. A costoro seguitano i Macheloni e gli Eniochi: loro re è Anchialo. Appresso seguono i Zidriti, ubidienti a Farasmano; a' Zidriti i Lazi, e de' Lazi è re Malassa, il quale tien il reame da voi; a' Lazi gl'Apsili, donde è re Giuliano, fatto da vostro padre.
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