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      E chi naviga su per lo fiume trova una città discesa da' Greci, il cui nome è Olbia. Or dal Boristene ad una certa isoletta disabitata e senza nome sono stadii sessanta, e quindi ad Odesso ottanta, dove ha porto. Dopo Odesso seguita il porto degli Istriani per ducentocinquanta stadii, e per cinquanta il porto degli Isiaci, e quindi alla bocca dell'Istro che si chiama Psilo milleducento: quanto è fra mezo disabitato è e senza nome.
      Navigando dirittamente da questa bocca per tramontana, in disparte in alto mare è una isola, la quale alcuni chiamano l'isola, altri il Corso d'Achille, e chi la Leuca, cioè la bianca isola, per lo suo colore: si dice che Teti la lasciò al figliuolo e che Achille vi sta, ed evvi un tempio e una figura d'opera antica. E l'isola è senza uomini, dove pascono non molte capre, le quali si dice che tutti coloro che v'arrivano le consagrano ad Achille. E nel tempio vi si veggono molt'altri doni, vasallamenta e anella, e delle piú preciose pietre: tutti questi presenti si fanno ad Achille; e vi si leggono scritture, quali latine e quali greche, che sono composte in diverse maniere de versi in lode d'Achille, e havene alcune che lodan Patroclo, percioché ancora onorano Patroclo in compagnia d'Achille tutti coloro che si procacciano il favore d'Achille. E nell'isola conversano molti uccelli morgoni e fulichette e cornacchie marine senza numero, e questi uccelli servono nel tempio d'Achille: ciascuno giorno la mattina per tempo volano al mare, e poi, avendovisi bagnate l'ale, tosto rivolano al tempio e lo vanno spruzzando, e accioché sia netto alcuni lo vanno spazzando con l'ale.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





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