Da li due lati del talamo stanno li due parenti stretti d'età, in piedi, appoggiati ad un bastone per uno, e sul talamo da man manca sta una poncella con la freccia in mano, sopra la qual ha uno fazzoletto di seta spiegato, col quale li caccia le mosche, avenga che sia il tempo gelato, com'è la piú parte dell'anno in quelli paesi. E in faccia del morto, in terra piana, sta la prima delle moglie, assettata sopra una catedra, mirando continuo il marito morto, constantemente e senza piangere, che lacrimando seria vergogna. E questo fanno per un gran pezzo del dí fin all'ottava, e poi lo sepeliscono in questo modo: prendono un grossissimo arboro e de la parte piú massiccia o grossa tagliano a sufficienzia per la longhezza, e lo sfendono in due parte, e poi lo votano o cavano tanto che li stia il corpo a bastanza, con parte delli donarii appresentati ut supra; poi, posto il cadavere nel cavato de' detti legni, lo pongono al luogo statuito della sepoltura, dov'è gran multitudine di gente. Lí fanno la tomba cosí chiamata, cioè el monte di terra sopra, e quanto è stato maggior maestro e avuto piú sudditi e amici, tanto fanno il monte piú eccelso e maggiore; avendo il piú stretto parente raccolte tutte l'offerte e fatto continuo le spese a' visitanti, secondo è stato piú amoroso e onorevole, tanto piú e manco sepeliscono di dette offerte col corpo.
Costumano etiam in dette esequie a li gran maestri un altro sacrificio barbaro, opera meritoria di spettaculo: prendeno una poncella di 12 in 14 anni e, posta a sedere sopra una pelle d'un bove allora amazzato e distesa col pelo sul suolo della terra, in presenzia di tutt'i circonstanti, uomini e donne, e il piú gagliardo e ardito giovane di quelli sotto il manto di feltro si prova a sponcellare detta fanciulla, e rare fiate che quella renitente non ne stracca tre o quattro e tal fiate piú inanzi ch'ella sia vinta; tandem poi, lassa e stanca, con mille promissione d'essere tenuta per moglie o altre persuasione, el valent'uomo rompe la porta e intra in casa.
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