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      Né la contrada sostiene se non pochissime e picciolissime fiere, percioché è sottoposta alla tramontana e alle montagne Rifee, onde spira borea. E quantunque il sole vi s'appressi allora quando egli gira piú alto sopra di noi di state, nondimeno per picciolo spazio si riscalda, né venti traenti da parti calde quivi pervengono, se non di rado e già stanchi. Ma di verso tramontana sempre soffiano venti freddi, per la neve e per gli giacci e per la copia dell'acqua, che mai non abandonano quelle montagne, le quali pur perciò non si possono abitare; e molta nebbia il dí occupa i piani, e cosí si vive in umidore. Adunque quivi sempre ha verno, ma state pochi dí e que' pochi non molto buona, percioché le pianure sono rilevate e nude, né sono inghirlandate de monti, e sottogiacciono a tramontana in guisa di piaggia. Quivi non nascono fiere di grande statura, ma solamente di tanta che si possano riparare sotterra, percioché altrimente non permette il verno e la nudità del terreno: e di vero quivi non ha né tiepidezza né coperto. Percioché i mutamenti delle stagioni non sono né grandi né potenti, ma simili e poco differenti, laonde ancora essi sono tutti simili di figura, e costumano sempre il medesimo cibo e il medesimo vestire, e di state e di verno; e tirano a sé l'aere aquoso e grasso, e beono l'acque di nevi e di giacci disfatti, né punto s'affaticano, che né il corpo né l'animo si può affaticare là dove i mutamenti non sono potenti. Adunque perciò è di necessità che si veggano essere grassi e pieni di carne, e che abbiano le giunture umide e deboli, e i ventri da basso umidissimi oltre a tutti gli altri ventri, percioché possibile non è che la panza s'asciughi in cosí fatta contrada e natura e disposizione di stagione.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





Rifee