E dalla parte delle femine sono altresí e la grassezza della carne e l'umidità, percioché le matrici non possono poi apprendere il seme, che la purgazione non viene loro ogni mese come fanno di bisogno, ma dopo lungo tempo e poca, e la bocca delle matrici per la grassezza si riserra né può ricevere il seme; ed esse sono ociose e grasse, e i ventri loro freddi e morbidi. E per queste necessità non può la nazione degli Sciti abbondare in figliuoli. E si può di ciò prendere certo argomento dalle serve, che non cosí tosto s'accostano a l'uomo che concepiscono, perché s'affaticano e hanno carne magra. Oltre a ciò i piú degli Sciti divengono disutili al congiungimento e si mettono a fare le bisogne feminili, e il ragionar loro è parimente da femine: e questi sono chiamati uomini senza maschilità. Ora i paesani attribuiscono la cagione a Dio, riveriscono questi uomini e adorangli, temendo ciascuno di sé simile disaventura. Ma a me pare che e questi mali e tutti gli altri procedono da Dio, e che niuno abbia piú del divino dell'altro o dell'umano, anzi tutti sono divini, e ciascuno di questi ha sua natura, né niuno aviene senza natura.
E racconterò come a me paia che questo male avenga. Essi per lo cavalcare sono assaliti da lunghi dolori, sí come coloro che cavalcano co' piedi pendenti; poi diventano zoppi e si ritraggono le coscie a coloro che fieramente s'infermano. Or tengono cotale maniera in curarsi: dal principio dell'infirmità si tagliano l'una e l'altra vena dopo l'orecchia, e quando è sgollato il sangue per debolezza sono soprapresi dal sonno e dormono; poscia si destano, alcuni sani e alcuni no.
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