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      Colui che 'l trovò cominciò a chiamare i suoi compagni, nunziandoli la grazia sopravenutali, e diviso in piú pezzi lo portorono alla casetta, dov'io avea acceso un debil fuoco. Considerate ch'allegrezza fu la nostra. E immediate ci mettemmo a cuocerne parte, qual si poneva in la caldara che ci trovavamo, e parte su le deboli brace, sí che al sentimento dell'odor suo alcuni di compagni sopravenendo, con stupore ch'avessero sentito tal inconsueto odore, per la fame grande non potendo aspettare che fusse del tutto cotto, lo cominciammo a mangiare, e per giorni quattro senza regola alcuna ce ne saziammo. Poi, vedendolo mancare, fu ricordato ch'a misura da lí avanti fusse distribuito.
      Ma non è da lasciare adietro una particella necessaria: dico che de' tre de' nostri compagni che da prima erano restati adietro, vedendo che noi eravamo partiti, un di loro ricercandone venne a trovarne il dí sequente che trovammo il pesce. E vistolo entrare, fra noi fu uno di tanta malignità che dava per consiglio ch'al detto non se ne dovesse lassar gustare, anzi egli voleva violentemente obviarli, ma io, con parole convenienti persuadendo il contrario, indussi tutti a fargliene parte: il qual restò quella notte con noi, poi l'altro giorno andò agli altri dua suoi compagni e invitogli alla grazia mandatane da Dio, e cosí vennero a reficiarsi.
      E con la regola posta com'ho detto dopo giorni quattro, il detto pesce ne durò giorni dieci, porgendone non solamente sodisfazione alla fame, ma vigore alla indebolita natura.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





Dio