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      Ma il giorno era tanto curto che in un momento si vedeva la notte, onde fu forza d'aspettar il giorno di 18, nel qual si trovò il mar piú bonacciato. E allora cominciammo a voler alzar in alto la barca e schiffo, ma, non avendo l'arboro, fu forza di pigliar l'arguola del timon e, quella con sartie e taglie acconciata, ci mettemmo a voler levar la barca: ma, non potendola alzar tanto alto che la non rimanesse obligata dentro della banda del vivo della nave, ne fu forza di tagliar di detta banda non manco di due braccia per altezza e molto piú per lunghezza, e a questo modo le gettammo in mare salve. E dovendoci partir l'un dall'altro, si contristorono tutti i nostri cuori, e ci cominciammo ad abbracciar e baciar con infinite lagrime, sospiri e singulti: ed erano tanto serrati e contristati i nostri spiriti che non era possibile di mandar fuori parola alcuna, se non guardarsi piangendo.
      Montorono nel schiffo i 21 a cui era toccata la sorte, e li fu data per rata secondo la porzione della mesa rimasta biscotti, anzi frisoppi, circa lire 300, formaggio candiotto lire 80, persutti lire otto, sevo da ripalmare lire 40, oglio circa lire due e non piú; ma ben vi mettemmo carrattelli sette di vini tiri, ch'è una sorte di malvasia, che di piú la ditta fusta non era capace. Similmente nella barca entroron uomini 47, computando il padrone, alli quali per rata toccò la lor parte di vettovaglia, aggiuntovi un poco di gengevo verde in sciroppo e sciroppi di limoni, con alquante poche spezie che furon tolte.


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Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837