Pagina (83/837)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Né alcuno di noi poteva fissamente dormire, per li varii dubbii e pericoli che sempre ne stavano presenti. Stavamo di continuo, giorno e notte, quatro o sei di noi, chi al timone e chi alla sentina, stando sempre fermi e dritti, dandoci il cambio: dove pativamo freddo senza comparazion molto maggiore di quello qual già fu non sono molti anni in Venezia, quando tutt'i canali erano giacciati, che da Margara a Venezia passavano sopra il ghiaccio non solamente gli uomini e le donne, ma buoi, cavalli, carri e carrette in gran quantità, con admirazione di tutto 'l popolo, conciosiaché quella regione sia senza comparazione molto piú fredda del paese d'Italia. Or considera che stato era il nostro, ritrovandoci alla scoperta con pochi panni, non avendo da mangiar né da bere né altra cosa necessaria al viver umano, salvo pochi frisoppi avanzatici, e le notti di ore 21 l'una, pur oscure. Per il qual freddo cominciavamo a perder i sentimenti de' piedi, e a poco a poco tal freddo intenso occupava tutto il corpo, accendendone d'una canina e rabbiosa fame, tal che cadaun cercava di divorar ciò che piú accanto e prossimo avesse in qual parte potea, pur che far lo potesse con quel debole e poco vigore che gli era rimaso. Poi, sopragiungendoli la morte, lo vedevi crollar la testa e cader immediate morto.
      Nei quali disagi, di 47 uomini che in questo termine ci ritrovavamo, ne spirorono 26: e non è cosa di maraviglia, non potendo aver alcun soccorso; anzi è divino miracolo che ne sia rimasto vivo alcuno, e quelli pochi che siam restati è solamente per far memoria di sommamente esaltare la divina potenzia.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Navigazioni e Viaggi
Volume Quarto
di Giovanni Battista Ramusio
pagine 837

   





Venezia Margara Venezia Italia