Ma il prudentissimo padrone, vedutone nel viso tutti accesi di fuoco, con parole umili e piene di carità cominciò a pregar e supplicar, minacciando l'ira divina sopra di loro crudeli se non ne facean partecipi del dono mandatoli dal Signor nostro clementissimo, di sorte che ne gustammo quanto volemmo insieme con loro, e anco n'ebbero gli altri duoi compagni ch'erano restati infermi nel primo ridotto. Con questo pesce ci nutrimmo nove dí convenientemente, e per aventura quelli proprii nove giorni furono con tanti venti, pioggie e nevi che per niun modo il crudel tempo n'averebbe lasciati uscir un passo fuori della nostra capanna.
Consumato il miracoloso pesce, alquanto si bonacciò la rabiosa fortuna, onde, non avendo da vivere, a guisa di lupi che spinti dalla fame van cercando l'altrui abitazioni, uscimmo della capanna e andammo vagando per il deserto scoglio, per trovar alcun soccorso da vivere di pantalene e buovoli marini, con li quali ci era necessario contentarci, ancor che fossero cose minime. E cosí ci nutrimmo insino all'ultimo di gennaio 1431, però magri, pallidi, afflitti e mezi vivi. Fra il qual tempo, trovando alcun sterco di bove che dal freddo e vento era riarso (che ogni dí ne racoglievan per far fuoco), conoscemmo per fermo quel luoco esser stato abitato da buoi, la qual cosa ne porgea ferma speranza di qualche buon fine: e con questo tolleravamo parte di nostri acerbi pensieri e dolori.
Alla fine venne l'ora che 'l nostro benigno Fattore e clementissimo Signore volse condurre al porto di salute le sue tanto affannate pecorelle, e fu in questo modo.
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Fattore
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