Ma, perseverando di ben in meglio le voci de' fanciulli da Dio mandati per salvarne, chiaramente s'accorgemmo che queste erano voci umane e non d'uccelli. E in quello instante Cristoforo Fioravante uscí della capanna e, visti li duoi garzonetti, ad alta voce gridando venne verso di noi, dicendo: "Rallegratevi, ecco che duoi ne vengono a ritrovare". Onde, accesi d'uno ardente disio, ci levammo in piedi, andando piú col cuore che con li piedi; alli quali approssimati, conoscemmo che per la subita ed estrema novità si spaventarono, e nella loro effigie divennero pallidi. Noi per il contrario, rallegratici e con certa speranza confortati, con atti e gesti di umilità ci dimostravamo che non eravamo per offenderli in modo alcuno. Varii pensieri n'andavano per la mente, se dovevamo ritener uno di loro o tutti duoi, overo se doveva andar con loro uno o due di noi. Il primo aviso ci contrariava, per non saper con chi né con quanti avessimo a fare, per non intendere noi loro né essi noi. Ma, consigliati dal Spirito Santo, con dolci maniere quanto piú potemmo descendemmo alla barca loro, dove era il padre che gli aspettava, il quale quando ne vidde rimase ancor lui stupido e attonito. In questo mezo guardavamo se nella lor barca vi fosse cosa alcuna da soccorrere a' bisogni nostri da vivere, e nulla vi trovammo. E mossi a pietà, che ne vedevano affamati per segni e atti che li facevamo, contentorono di menar con loro Ghirardo da Lione scalco e Cola di Otranto marinaro, per aver qualche intelligenzia del parlar francese e todesco, lasciandone con gran speranza di presta salute.
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